La rassegna di Villa Soragna aperta fino al 13 maggio
Il fuoco divampa a Collecchio
Gazzetta di Parma, 25-04-2006 (pag. Arte)
Il fuoco è antico, è il fratello dell'anima... scrive nei suoi versi dedicati al fuoco Arnaldo Scaramuzza, in una visione poetica che attraversa passato e presente, introducendo le «pagine» della mostra «Fuoco», aperta fino al 13 maggio a Villa Soragna, a Collecchio.
Con la nuova iniziativa l'amministrazione comunale dà continuità ad un ciclo pittorico che in questi anni ha visto avvicendarsi opere di artisti locali su temi legati alla natura fino a lambire ora le fiamme di un fuoco di grande suggestione ma non certo di facile interpretazione. Il fuoco che scalda la vita, il fuoco dell'arte, il fuoco in letteratura si sono «incontrati» nel percorso visivo frutto di tecniche, scelte e capacità espressive diverse, tanto diverse quanto i sessantacinque nomi partecipanti, interpreti delle arti figurative accanto ad alcuni fotografi. In catalogo ad interpretare le singole opere brani di poesia nell'intreccio tra pensiero e visione. Così con Cecco Angiolieri si presenta Giovanni Massimo Agostini con una composizione dominata da materia e materiali: Monica Agrimonti cerca nel cromatismo le tensioni di un cielo infuocato; Umberto Alinovi si affida ad un paesaggio da cui emerge una trama «infuocata» mentre Gaetano Barbone attraversa con un rosso acceso i piani che scandiscono la tela. Tratti figurativi delineano il fuoco che arde nel vecchio camino, opera di Carla Bertola mentre Franco Bia accende di un sogno la notte col fuoco di una sigaretta. Carla Biacca gioca sul contrasto di luci e colori mentre Noemi Bolzi compone immagini e pensieri. Materico, forte di spessore è il quadro di Alfonso Borghi, interpretato con forza espressiva dai versi di Emilio Zucchi, mentre più pacato appare il chiarore cromatico del fuoco immaginario di Anna Maria Bujani e, rivolto alla rappresentazione antica del lavoro quello di Gianni Brandolini. Ironico come sempre Mauro Buzzi che «accende» del fuoco di una candela una grande mela in una costruzione allusiva mentre Domenico Caccioli, gioca sul rosso cruento e sul viola per «produrre» gli effetti del fuoco. Storia antica, di memoria naif quella raccontata da Bruno Calzolari che attorno al fuoco fa rivivere antiche trame. E' acceso e brucia il fuoco dell'immagine fotografica di Claudia Calzolari così come è acceso nella mente quello di Mariangela Canforini ed arde nel cuore della terra il fuoco di Riccardo Capra. Giordana Capurro si affida a materiali diversi per comporre le sue fiamme, Elisabetta Casazza ad uno «scatto» dentro la fiamma, Maria Teresa Cattaneo ad «antiche» storie di vita contadina e Claudia Cavaliere dà alla fiamma la forma di immaginati fiori. Si affida alle impressioni di natura Claudio Cavazzini mentre ai sentimenti umani per raccontare fuochi interiori Sergio Cavazzini. Conturbante, quasi violento nella sua magmaticità il fuoco di Claudio Cesari mentre paiono scivolare verso il cielo le fiamme di Daniela Cesino. E' un fuoco d'amore quello di Gian Carlo Colli, di attente e minuziose scene di vita quello raccontato dalla grafia e dai colori di Alessandra Corsi; pare «mormorare» la fiamma di Maria Sole Dal Re e brucia dentro e fuori l'animo quella di Ilaria Ferrari. Intenso di materia è il fuoco che attraversa la tela di Vittorio Ferrarini mentre Matteo Ferretti lambisce col fuoco un immaginario sogno. Uomini che bruciano delle passioni della vita e del potere sono quelli di Gianluca Fontana mentre un fuoco pacato nei colori e nelle forme attraversa il paesaggio brulicante di oggetti di vita di Amerigo Gabba. Gioca con spessori cromatici Miram Giuberti; con un albero scosso dal vento Eugenia Giusti, con un abbinamento di forme e colori Cecilia Iotti, e con un'immagine composta del rosso del fuoco e del giallo della luce Mirella Lanfranchi. E' un sole che abbaglia ed incendia quello di Gerry Lunatici, un intreccio di pensiero il fuoco di Paolo Manganelli. Gioca col fuoco in un cielo di fiamme aperte all'immaginazione Tiziano Marcheselli; Figurativa e appassionata è l'intenzione di Sylvia Massera mentre Gian Paolo Minardi si affida alle cromie di un paesaggio estivo dove le scansioni cromatiche tendono a delineare le emozioni. Ideale è il fuoco di Alberto Mora, affidato alla fiamma di una candela ed al volto di un bambino quello poetico di Maria Chiara Mossini; brucia appassionato il cuore di Anna Cristina Negri e Nando Negri guarda dentro l'uomo per cercare fuoco nell'interiorità. E' piccolo di fronte al fuoco l'uomo appena tracciato di Maria Gabriella Paini, cromatico e informale quello di Maria Grazia Passini, scandito su piani diversi quello di Marco Pelosi, «oggettuale», tridimensionale l'idea messa in campo da Massimo Preti. Ha un volto da clown il fuoco di Lelio Reggiani e di donna quello di Gian Reverberi; si accende di luce amorosa il fuoco di Luciano Ripasarti, e di cretti emergenti dalla tela quello di Federica Rossi. E' pensiero ideale quello di Giovanni Sala che esce visivamente dalla mente; sdoppia l'immagine Giovanna Scapinelli che scava nell'io. Cromatico e abbagliante Claudio Spattini a fianco delle aggressive fiamme di Claudia Tebaldi. Si colora di brucianti emozioni l'opera di Giovanna Tomasi mentre Mauro Toniato «riempie» la tela col rosso del fuoco. Scandisce piani e geometrie Annalisa Torri; è memoria della storia recente il fuoco di Vincenzo Vernizzi, di passioni quello di Paolo Vescovini, composto di grumi di materia l'idea espressa da Massimo Violi. Si giunge così al fuoco di Maurizio Zaccardi, fuoco delle origini, della vita e dell'anima. (Stefania Provinciali)